Sorridi Music, pubblicata la nuova playlist “Passeggiata tra le mie canzoni” di Fabrizio Casapietra

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La musica per me è conoscenza ed espressione di un universo superiore, invisibile, ma che l’anima vede. È percezione di mondi più armoniosi, in cui la poesia si realizza”. Queste le parole del cantante Fabrizio Casapietra, autore della playlist “Passeggiata tra le mie canzoni” (https://open.spotify.com/album/3ykka1NK6TjgehjtFfNRtw?si=6uqFryMlQaqcYP52WtIbQg) che conta 16 brani. Il nuovo lavoro è stato pubblicato dall’etichetta discografica “Sorridi Music” (www.sorridimusic.it) , del cantante e discografico Jo Conti ed edito da edizioni musicali “Magilla Spettacoli”.

Cantautore, poeta e narratore Casapietra si immerge nel mare della musica all’età di soli 12 anni, sotto l’influenza dei Pink Floyd e dei Genesis, innamorandosene “perché mi faceva viaggiare all’interno di me stesso, e trovare ciò che non trovavo all’esterno di me”. Notato da grandi artisti come Bobby Soul e A. Vandresi, i suoi elaborati si sono aggiudicati pagine di buona critica su giornali importanti come “La Repubblica”, “Il secolo XIX” e “Mente locale”. Lettore di testi letterari e filosofici, Fabrizio compone canzoni tipicamente dolci, graffianti, ironiche e delicate che hanno molto seguito sul web, poiché – come afferma l’artista –  “cerco spesso di scrivere testi che vadano al di là della mia vicenda individuale, ma li incentro su una tematica che tutti possiamo risentire”.   

Intervista a Fabrizio Casapietra, autore della playlist “Passeggiata tra le mie canzoni”, a cura della giornalista Carla Caputo

Cantautore e poeta. Da cosa trae ispirazione per i suoi testi?

La scrittura mi permette di vedere l’intimità delle persone, anche diverse da me. Mi consente di dare forma e senso al bene e al male e di tollerare gli spigoli della vita. L’ispirazione arriva dagli amori e dalle persone che immagino, dai miei ricordi letterari inconsci, dalle mie occasioni perdute o dai piccoli frammenti di esistenza che danno emozioni. Oggi, sono in una condizione di vita molto precaria e mi riesce molto difficile vivere l’amore come nei miei testi e come nelle mie poesie. Così lo immagino e lo cerco nel mondo dal di fuori, con un certo distacco riflessivo

Citando Dante “Ahi serva Italia, di dolore ostello, //nave sanza nocchiere in gran tempesta,//non donna di provincie, ma bordello!”//(Purgatorio, canto VI, vv. 76-78). Con il brano di punta della playlist “Frode all’Italia” ha voluto fare una critica alla società italiana?

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Sì, soprattutto alla tendenza, tipica dell’italiano, di accettare tutto di tutto, coprendo il lato sporco delle cose. Spesso il fascino esteriore dei malvagi, gli concede ogni diritto ad un cattivo uso della libertà solo per poter raggiungere i propri scopi. Il brano denuncia anche il cattivo uso del potere e dei media. Di questa problematica si parla solo con etichette ed espressioni banali, che tutto fanno fuorché rimediare, anzi appare come un qualcosa di immodificabile. Chiaro, che così, si tende a prendere tutto per buono.

Cravatte e caviale, ma poi lo vede solo quello che è finito sul giornale: Cos’è per lei l’Italia oggi?

“Un’accozzaglia di persone, la maggioranza, ma non tutte, accecate da una falsa idea di felicità, tutta incastrata nelle cose, nell’idea che l’interesse egoistico sia felicità. Incapace di avere un’idea diversa del superfluo, incapace di meditare filosoficamente, di conciliare vita e spirito, felicità interiore e idea positiva del piacere, senza attaccamento o eccessi anti salutari, di conciliare tutto questo discorso con il meglio dell’agnosticismo progressista e umanista. Mi sembra, ancora, che domini una dilagante ipocrisia, che vuol fare credere di essere tutta romanticismi e buoni sentimenti.  Ma non voglio certo dire che sia tutto così, non vorrei sembrare, irrealmente, pessimista a oltranza. A volte si trovano persone eccezionali, disposte a darti tutta la compagnia che vuoi, tutta la comprensione, la bontà, l’umanità e complimenti generosi per le cose che più manifestano le proprie qualità”. 

Qual è, secondo lei, il compito degli artisti oggi, in una società che, citandola, “copre ogni ruga con una fetta di lattuga, ogni buca con la pubblicità della Sambuca”?

“Credo che sia mostrare quello che ci appare ovvio, fare provare emozioni che colleghino il cuore degli uni al cuore degli altri. Credo che l’importante sia svelare il lato nascosto delle cose, anche con leggerezza, che, però, sappia commuovere”.

Cosa si aspetta da questo nuovo lavoro?

“Che ci siano sempre più persone, che mi confidano, come una volta, che le mie canzoni, hanno risolto i loro problemi personali, dissolvendo certi nodi che sembravano loro insolubili. Poi, vorrei essere almeno per una volta protagonista nel mondo dell’arte e anche nella vita. Dico quello che penso”.