Itamil – Esercito italiano, grande successo per convegno incentrato su futuro dei volontari

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Itamil – Esercito italiano, grande successo per convegno incentrato su futuro dei volontari

ROMA. Nel pomeriggio di giovedì 14 gennaio 2021 si è tenuto il convegno incentrato su “Il futuro dei volontari dell’esercito”, organizzato dal sindacato “Itamil – Militari Esercito” ed andato in onda sulla testata giornalistica online “WebLive TV” e sulla ”Web Radio Itamil”. 

Nell’occasione, è stata annunciata la nascita di “Militar.Tv”, realtà editoriale che si pone il fine di aggregare e far ritrovare tutti coloro i quali servono la patria. 

Durante il convegno sono intervenuti: il presidente “Itamil”, Sandro Frattalemi; il Segretario Generale, Girolamo Foti; il segretario amministrativo, Cav. Nicola Passarelli; Il presidente della commissione Volontari “Itamil”, Antonio Ceriello; l’ex Ministro della Difesa, Dott.ssa Elisabetta Trenta; il già sottosegretario della Difesa, On. Domenico Rossi. In regia il direttore della comunicazione “Itamil”, Salvatore Ricco Galluzzo. 

In prima battuta, si è pronunciato il presidente della commissione Volontari “Itamil”, Antonio Ceriello: “L’iter è troppo lungo per il passaggio in servizio permanente. A mio parere, la linea da seguire dovrebbe prevedere il ruolo definitivo già a due o tre anni di distanza dal concorso sostenuto. La revisione del modello Difesa 244 ha messo in difficoltà l’esercito con un taglio pesante degli organici. Per tale motivo, ci ritroviamo militari che dopo 10 anni vivono ancora in una condizione di precariato. Ciò ha comportato, da un lato, l’allungamento dei tempi che compensa il danno fatto dai tagli, dall’altro ci ha reso uomini che rischiano di restare a oltre 30 anni senza un lavoro e con famiglie a carico. Il danno diventa maggiore se consideriamo che i giovani, vedendo veterani ancora in attesa di certezze, ripiegano su altri corpi. Un esempio pratico è l’immissione del 2013, di cui due blocchi sono ancora in attesa di conoscere il loro destino a pochi mesi dalla scadenza del contratto. Sollecito gli enti preposti a garantire tempistiche più brevi e la promozione di progetti nuovi, sulla scia del modello 244, per i giovani. Il mondo militare, così operativo nella fase di pandemia, deve essere senza dubbio tutelato”. 

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Per l’ex Ministro, Dott.ssa Elisabetta Trenta, “coesistono due elementi negativi legati al futuri dei volontari dell’esercito: la modalità dell’arruolamento e la difficoltà a coprire tutti i posti a disposizione nei concorsi. Manca l’elemento attrattivo. Bisogna ridurre i tempi di precariato e rivedere tutto ciò che il volontario fa durante la prima fase di arruolamento. E’ necessario certificare tutte le competenze di un militare già dalle prime fasi così che, qualora dovessero prolungarsi i tempi di inclusione permanenti, vengano facilitati impieghi nel mondo civile. Le doti generali o specialistiche del personale, vanno valorizzate con azioni regionali. Urge rivedere i numeri stabiliti 244 e aiutare i blocchi di immissione del 2013”. 

Ad intervenire è stato anche il Segretario Generale di “Itamil”, Girolamo Foti: “Il sindacato seguirà  con particolare attenzione la vicenda dei blocchi del 2013 e ci assicureremo riescano a passare nel tanto sperato servizio permanente. Vogliamo che alla politica seguano i fatti ; pertanto, organizziamo convegni tematici per dare voce ai diretti interessati. Dai confronto con il comitato dei volontari e la politica nascerà un documento con una proposta che inoltreremo al vertice della Difesa nazionale Speravamo ci ascoltassero maggiormente e si organizzassero dei tavoli tecnici composti da gruppi di lavoro. Tuttavia, esiste un forte senso di indifferenza e di distacco nei confronti dei sindacati. Dialogare è praticamente impossibile. Andremo avanti con i nostri strumenti e siamo disponibili per chi voglia ascoltarci. Avanzeremo proposte attraverso disegni di leggi. Abbiamo l’obbligo morale di rappresentare chi, con il suo impegno, ci ha dato fiducia. Lo faremo tramite i nostri canali pubblici e rispettando le regole”. 

L’onorevole Domenico Rossi ritiene che il problema sia tecnico: “Abbiamo un volume organico composto da volontari in ferma prefissata e da volontari in servizio permanente. Si tratta di 56mila persone. Ipotizzando di relazionare un volontario a trenta anni, vuol dire che possiamo dividere la cifra dei militari per trenta ed ottenere il numero delle unità da immettere in servizio permanente. In termini pratici, sono duemila volontari che provengono da quelli in ferma prefissata. Nella realtà, questo concetto non è attuabile, perché i militari di ruolo sono già in numero decisamente superiore al sostenibile. La legge 244 ha rovinato il piano generale. E’ evidente che per uscire dalla fase di stallo o bisogna incrementare i volumi organici in termini definitivi o, quantomeno, in termini transitori. Le forze armate hanno un problema che riguarda l’impiego di giovani internamente ed esternamente al corpo.  Dovremmo seguire il modello inglese dove, per un massimo di 20 anni, di cui una parte entra in servizio permanente e dall’altro va ad essere valorizzato in altri percorsi. Altra ipotesi, potrebbe riguardare l’istituzione di una pensione e di una quota uscita per chi termina i 20 anni tra le fila dell’esercito, così che possano utilizzare i fondi ed investirli in nuove attività. Credo che il volume organico accessorio possa avere valenza sia nell’ambito  civile della difesa che in quello del servizio permanente”. 

Il segretario amministrativo di Itamil, Cav. Nicola Passarelli, sottolinea l’importanza di un cambiamento imminente radicale: “Parliamo del cuore delle forze armate, la forza giovane. L’esercito italiano sta invecchiando e ciò crea pochi spazi per le nuove leve. La politica deve intervenire e trovare le risorse giuste per far sì che i ragazzi riescano ad entrare in servizio permanente in brevi tempi dopo il concorso”. 

Il presidente “Itamil – Esercito Italiano”, Sandro Frattalemi,  ha dichiarato che comprende “l’impianto legislativo, ma il dato evidente è che rispetto, ad esempio, al corpo dei carabinieri, ci sono oltre 10mila unità operative in meno. Se i militari nascono seguendo il concetto di difesa nazionale, com’è possibile che quasi nessuno resti? Noi di Itamil seguiremo tutte le strade per rendere un futuro roseo ai più giovani. Dobbiamo pensare a loro ed allo loro tranquillità. Conosciamo i nostri doveri e le linee da rispettare, ma vogliamo ascolto. Tutelare i nostri iscritti è la priorità. Auspichiamo che i colleghi volontari della prima e seconda immissione 2013 passino in servizio permanente senza ulteriori prolungamenti”. 

Il Sindacato “Itamil – Esercito Italiano” – prosegue il comunicato – esprime la propria solidarietà a tutti i colleghi della polizia e invita al buonsenso il noto l’artista che raffigura li raffiguri in maiali: “Gli ricordiamo il ruolo fondamentale degli agenti di polizia per garantire la sicurezza dei cittadini. In particolare, occorre fare un profondo esame di coscienza e ricordare gli agenti caduti nella lotta contro le mafie e il terrorismo nel nostro paese”.