Alberto Pallotti a “Il Fatto Quotidiano”: “Non si può ricondurre cause morti su strada a responsabilità utenti”

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VERONA. Il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus (A.I.F.V.S.), Alberto Pallotti, è intervenuto sul tema sicurezza stradale, nella giornata di mercoledì 17 luglio 2019, direttamente dalle pagine de “Il Fatto Quotidiano”, sottolineando, nell’intervista rilasciata alla giornalista Elisabetta Reguitti, come non si possa “ricondurre le cause delle morti su strada a responsabilità degli utenti. Sarebbe come sottovalutare un problema enorme, è come abbassare la guardia. I morti sulle strade non sono una malattia, sono come un animale feroce che va tenuto in gabbia”. 

Il veronese ha rimarcato quanto sia importante investire e mettere in sicurezza le infrastrutture di trasporto, progettando meglio le vie di comunicazione urbana, tappando le buche, sostituendo gli attuali guard rail (responsabili del falciamento di oltre mille motociclisti nel 2018) o introducendo sistemi di ritenzione dei fossati. Vi sono, in effetti, delle vere e proprie concause da scongiurare: “Nel recente incidente di Jesolo, alla base c’è stato un comportamento che va perseguito, ma i ragazzi sono morti affogati, non per lo scontro. Non si muore in autostrada, ma sulle strade urbane dove il limite dovrebbe essere di 50 km/h e questo avviene perchè nessuno se ne occupa”. Pallotti ha lanciato un appello chiaro ai comuni e, nello specifico, a quelle amministrazioni che utilizzano i proventi provenienti dalla 208 (che dovrebbero essere investiti, come previsto dalla legge, in sicurezza stradale) per tappare le falle di bilancio. 

Stando ai dati resi noti dal Ministero dell’Interno, nel 2018 i casi di decessi stradali sarebbero stati 3300. Un numero che il presidente A.I.F.V.S. commenta così: “Per noi sono 3600. I dati scaturiscono dalle statistiche raccolte dai nostri osservatori che tengono conto anche delle vittime che finiscono in ospedale e perdono la vita successivamente”. I dati, stando alle previsioni, potrebbero peggiorare nel bilancio generale di fine 2019. Le distrazioni alla guida, come l’utilizzo dello smartphone, sono comportamenti su cui intervenire in modo drastico, così come è necessario intensificare i controlli legati a tasso alcolemico e sostanze stupefacenti. Al nuovo codice della strada, che affronta Aula e Senato, l’arduo compito di diminuire le morti sulle strade italiane.